Alzheimer: perché non abbiamo ancora una cura?

Alzheimer: perché non abbiamo ancora una cura?
Siamo nel 2023 e ancora non abbiamo trovato una cura efficace per una delle malattie più diffuse al mondo: il Morbo di Alzheimer. Negli ultimi trent’anni, ricercatori e studiosi di tutto il mondo hanno lavorato duramente per trovare una terapia in grado di contrastare la malattia neurodegenerativa che uccide progressivamente le cellule cerebrali adibite alla memoria. Eppure, ad oggi, non solo non esiste una cura, ma non esiste neanche un trattamento sicuro ed efficace in grado di rallentarne il decorso con effetti tangibili dai pazienti. Fino ad ora la ricerca per una cura contro l’Alzheimer ha collezionato un fallimento dopo l’altro, alimentando la frustrazione e la rabbia dei pazienti, derubati dei loro ricordi e la disperazione dei loro familiari perché la malattia, nella sua drammaticità, coinvolge l’intero nucleo familiare. Ma perché? Alzheimer: perché non abbiamo ancora una cura?

Alzheimer: perché non è ancora stata trovata una terapia efficace?

I motivi sono molteplici. Vediamone insieme alcuni…

Finanziamenti insufficienti

La ricerca sull’Alzheimer risulta essere sottofinanziata rispetto a quella che coinvolge il cancro o le malattie cardiache. Il fatto che in tutti questi anni non siano stati raggiunti risultati concreti non è stato di certo d’aiuto, tant’è che alcune grandi case farmaceutiche si sono tirate indietro, riducendo drasticamente i loro investimenti dedicati alle malattie neurodegenerative e affidando la ricerca a start up, per poi eventualmente acquisire i diritti sulle scoperte più promettenti.

Trial clinici particolarmente complessi

A differenza dello sviluppo di antibiotici, in cui i ricercatori sanno in pochi giorni se il farmaco funziona, la natura cronica dell’Alzheimer richiede esperimenti lunghi e costosi e ci vogliono anni prima di ottenere una risposta.

Il sistema nervoso centrale è molto complesso

Un importante ostacolo nella ricerca di terapie valide è rappresentato dal fatto che il sistema nervoso centrale, colpito dall’Alzheimer o dalle altre malattie neurodegenerative, è strutturato in modo molto fitto, senza spazi, e ogni sua parte ha specifiche funzioni. Quando i neuroni di un’area cerebrale sono perduti è difficile che altre aree del cervello vadano ad occuparsi di qualcosa di così specifico come la memoria.

La maggior parte degli studi si concentra sull’amiloide

Sebbene sia vero che il sistema nervoso centrale sia una macchina molto complessa, diversi ricercatori accusano del ritardo nella ricerca di una cura il fatto che gli sforzi per sviluppare farmaci per l’Alzheimer si siano concentrati sulla teoria dell’amiloide, e molto meno sulla ricerca su ipotesi alternative come la proteina tau o la neuroinfiammazione. Le terapie che hanno come bersaglio l’amiloide hanno infatti finora deluso le aspettative.

Non dobbiamo perdere la speranza

Nonostante i numerosi fallimenti e delusioni, non dobbiamo perdere la speranza. I ricercatori stanno infatti adottando approcci sempre più diversi tra loro che prendono in considerazione più ipotesi. esercizi stimolazione cognitiva anziani Scopri le nostre Rememo Doll, le prime bambole con intelligenza artificiale per esercizi cognitivi dedicati alla demenza senile e ai malati di Alzheimer. Per altri articoli sull’Alzheimer, segui il nostro blog “Alzheimer: Terapie, Cure, News e Consigli“.

⚠️ Ci teniamo a sottolineare che questo blog è solo uno strumento informativo. Tutti contenuti non devono essere considerati soluzioni, terapie o medicina e, soprattutto, metodi per guarire dall’Alzheimer. Ti consigliamo vivamente di approfondire ogni contenuto che leggi su questo blog con il tuo medico o specialista. ⚠️