L’appartamento: la pièce teatrale tratta da un romanzo e da un racconto di Giulio Irneari

L'appartamento: la pièce teatrale tratta da un romanzo e da un racconto di Giulio Irneari
Durante la rassegna <<Aperilibro>>, proposta dall’associazione Lettura&Cultura – Amici delle biblioteche di Bergamo, è stato presentato "Plissé", il romanzo di Giulio Irneari da cui verrà tratta “L’appartamento”, l’ultima pièce teatrale del regista Marco Foresti. L'appartamento: la pièce teatrale tratta da un romanzo e da un racconto di Giulio Irneari

Plissé

Il romanzo racconta di un padre colpito dal morbo di Alzheimer che organizza per i suoi due figli una caccia al tesoro sotto forma di lettere, prima che la malattia prenda il sopravvento. Ogni lettera contiene indizi molto scarni per trovare quella successiva. Purtroppo, la sfida viene accolta dai figli solo quando il padre è ormai sopraffatto dalla malattia. La caccia al tesoro si trasforma quindi in un viaggio attraverso i ricordi, le persone che il padre ha amato e i suoi interessi per la musica di Bach. Attraverso gli occhi dei due figli si alternano descrizioni, considerazioni, quadri del presente e del passato. Il romanzo inizia presentando la dolorosa condizione che affligge i malati e i famigliari, dentro e fuori i reparti specializzati per questo tipo di demenza. Poi il ritmo cambia attraverso gli incontri e i dialoghi con chi è in possesso delle lettere e dei testi che il padre ha elaborato.

L’appartamento: la pièce teatrale

Dal romanzo e da un racconto correlato, sempre dello stesso autore, è in fase di realizzazione una pièce teatrale sul tema dell’Alzheimer dal titolo "L’appartamento", che verrà messa in scena nel prossimo autunno/inverno grazie all’adattamento teatrale e alla regia di Marco Foresti, attore e regista bergamasco. Il titolo della pièce "L’appartamento" riprende il nome da un racconto dello stesso autore Giulio Irneari, e rappresenta una metafora della malattia, che sfrutta l’analogia dell’impoverimento progressivo del cervello con lo svuotamento di una casa stanza per stanza in relazione alle singole facoltà mentali che si vanno sgretolando nel tempo. <<Scrivere di una malattia grave in genere e di una degenerativa in particolare può avere motivazioni personali molteplici, tutte egualmente comprensibili: la catarsi, l’elaborazione del dolore, la necessità di parlarne e liberarsi con la parola dal peso della sofferenza patita al fianco di chi ne viene colpito.>> commenta Foresti. La decisione di portare in scena "L’appartamento" ha come obiettivo il superamento dell’imbarazzo che spesso nasce nel parlare di Alzheimer al di fuori della cerchia di chi ne è coinvolto, come il personale sanitario, i caregiver, i parenti. Ma non si deve avere paura di parlarne perché occorre infrangere l’isolamento in cui ci si chiude più o meno spontaneamente. I timori e la solitudine e talvolta il senso inopportuno della vergogna che si scatena in seguito al contatto con la malattia vanno superati con il coraggio della parola e del gesto. Il teatro diventa quindi uno strumento fondamentale per dare ancora più forza alla parola scritta che si fa memoria.